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Silvano Vinceti è un noto scrittore ricercatore e politico italiano e tantissime volte i media di tutto il mondo si sono interessati alle sue scoperte.

Le ricerche di Silvano Vinceti sono state molte volte a riguardo alle salme di illustri personaggi del passato ed hanno avuto sempre un grandissimo impatto da parte dei media a livello globale.

Nel 2011 insieme al suo team ha portato avanti le ricerche sulla Gioconda di Leonardo da Vinci in merito alla scoperta delle lettere S ed L dentro la pupilla degli occhi della Gioconda e del 72 in una delle arcate del ponte romano collocato a destra della raffigurazione della nobil-donna fiorentina

Hanno sempre avuto esito positivo le sue ricerche quando è stato responsabile della realizzazione delle ricerche scientifico – documentali, sui luoghi di sepoltura e sui resti mortali di Matteo Maria Boiardo, Pico della Mirandola, Angelo Poliziano e di Caravaggio nel 2010 a Porto Ercole.

  1. Nell’era dell’immagine come la nostra, il Vinciano, genio assoluto dell’umanità, potrebbe ancora oggi regalarci qualche sorpresa con l’opera La Gioconda?

O meglio I tre dipinti, come Lei fa notare sul suo libro “Il segreto di Leonardo” edito nel 2011 che Ie tre opere pittoriche, (La Monna Lisa, il S. Giovanni e la S. Anna) poetavano essere comparate a tre opere filosofiche e letterarie.

Del “pensiero grafia” che incarna la quintessenza, di un Leonardo astuto comunicatore che metteva al riparo dai violenti attacchi da parte delle Chiesa e dalla Santa inquisizione. Il maestro rinascimentale viveva in un’epoca in cui la Chiesa deteneva il potere spirituale, temporale e l’autorità assoluta per decidere che cosa fosse o meno la parola di Dio.

La Gioconda è un dipinto che continua a donarci sorprese inaspettate. Si tratta del dipinto che Leonardo porta con se dal 1503 fino alla sua morte avvenuta nel complesso del castello di Amboise, una delle principali residente dei Re di Francia. Una delle ragioni del suo irresistibile fascino potrebbe celarsi nel fatto che per il grande genio toscano la Gioconda è ben di più di un dipinto. Rappresenta una specie di percorso esistenziale e testamento spirituale tradotto in una immagine, quello che io ho denominato “l’invisibile nell’arte”.

 Un pregnante argomento a sostegno delle sorprese che, potrebbe ancora regalarci e credo ci regalerà in futuro, pulsa anche nella mia ultima scoperta di una Gioconda più giovane, con le colonne e dal sorriso malinconico.

Una lunga ricerca presente nel mio ultimo libro – La prima Gioconda di Leonardo – più giovane e più bella, edito da Armando editore. 

La scoperta delle lettere S ed L dentro la pupilla degli occhi della Gioconda e del 72 in una delle arcate del ponte romano collocato a destra della raffigurazione della nobil-donna fiorentina rappresentano la conferma che Leonardo ha iniettato nella Gioconda un specie di complicato anagramma da decifrare. Un messaggio ermetico tramite il quale egli comunicava notizie importanti su questo dipinto di natura filosofica, etica, esistenziale. Anche altre sue opere pittoriche come l’ultima cena, la prima versione della Vergine delle Rocce e il San. Giovanni Battista veicolano la sua specifica  critica nei riguardi del papato e dell’altro clero dediti al potere temporale, ai piaceri fisici, lontani dal messaggio Cristiano e dai comandamenti divini.

  • La Gioconda è il dipinto in assoluto più conosciuto a livello planetario, la sua immagine è massificata, è stata usata e abusata tantissime volte per la pubblicità, riprodotta da artisti (Duchamp) e in quanto ancora oggetto di discussione, quando ha assunto interesse? Dal suo furto nel 1911 ?

Il primo interesse limitata ad una cerchia ristretta di amanti dell’arte e di pittori blasonati ha inizio pochi decenni dopo la morte di Leonardo. I Re di Francia che si susseguirono a Francesco primo s’avvalsero della Gioconda di Leonardo come modello da proporre ad una ristretta cerchia di giovani pittori che si esercitarono nel riprodurre la sua opera. Questo spiega perché ci sono varie copie coeve della Gioconda presente al Louvre, senza colonne, con raffigurata una donna di circa 28-30 anni. Il furto della Gioconda avvenuto nell’agosto nel 1911, amplificato e diffuso in tutto il mondo dai mass-media di allora, fece conoscere al grande pubblico il suo dipinto. Poi come sempre avviene quando una opera d’arte acquista una grande popolarità iniziano i deprecabili usi commerciali anche da parte di alcuni pittori. Nel nostro presente questo mal costume si è diffuso in modo impressionante giungendo a punte di volgarità e sfruttamento inaccettabili .

Quando si è creata l’aura (Benjamin)?

Quando è diventata icona “Pop”? (troviamo l’immagine della Gioconda dappertutto anche sui copriletto in versione Warhol)

Difficile dare una risposta precisa a questa domanda. Nel libro di Benjamin – l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica – ci sono argomenti importanti che spiegano l’emergere e l’esplodere di questo fenomeno. Vengono esaminati gli aspetti negativi e positivi della riproducibilità tecnica. Personalmente io credo che nell’affermarsi della cultura e civiltà economicista, cioè la centralità del profitto e della massificazione di gusti e costumi, la Gioconda per la sua popolarità è diventata appetibile per un uso e sfruttamento  puramente strumentale. Pochi sono i casi in cui assistiamo ad una saggia, sana e corretta campagna di promozione e divulgazione di questa opera. La sua seconda domanda è compresa nella risposta che le ho dato, posso aggiungere che in questi ultimi decenni si è assistito ad un uso brutale e inaccettabile di questo capolavoro. Una sua deformazione di natura puramente commerciale e di spettacolarizzazione che va stigmatizza e respinta .

4) Le indagini rivelano anche i pigmenti (o meglio che cosa usava) usati dal Maestro rinascimentale?

Sicuramente il dipinto della Gioconda è stato il più esaminato nella storia dell’arte. Dalle sue tre stratificazioni di cui è composto, dei pigmenti usati da Leonardo, della miscelazione dei diversi elementi naturali per ottenere i colori di cui si serviva, si sa moltissimo. Diversa situazione inerisce ai particolari disegni e pittorici che caratterizzano lo sfondo su cui si staglia la raffigurazione della dama fiorentina. Alcune domande non hanno ancora una risposta certa e fondata. Questo serve ad alimentare il fascino e il mistero che ancora avvolge questa opera pittorica in cui si riverberano le inquietudini, gli interiori moti, sentimenti, valori e idee di Leonardo. Il suo genio sfugge ad ogni razionalizzazione scientifica e in tale – andare oltre – la Gioconda rappresenta una perla artistica ed esistenziale di inestimabile valore.

5) Leonardo era ateo? Oppure il suo rapporto con l’Altissimo era attraverso la conoscenza e la bellezza?

Alla sua domanda sono state date risposte diverse e in alcuni casi opposte. Chi fa ricerca storica si deve basare su documenti credibili e fondati. Deve evitare ipotesi azzardate e prive di riscontro. Quando non dispone di pezze giustificative sarebbe bene che stesse in silenzio o come scriveva Plutarco abbia l’umiltà di scrivere o dire che non è in grado di dare una risposta. Stando al suo testamento egli lascia scritto che dovranno essere compiute varie funzioni religiose e ricorrenze della sua morte. Viene seppellito in una chiesetta all’interno del complesso del Castello di Amboise. In un suo famoso scritto riporta che il pittore è come Dio che deve riprodurre fedelmente la realtà che sperimenta. Egli pone l’esperienza madre di ogni conoscenza ma scrive anche che ci sono aspetti della realtà che l’esperienza non è in grado di cogliere. Certo egli riteneva che tramite la fedele riproduzione della realtà naturale e umana ci si avvicinava a Dio, in questa sua asserzione vi sono i riverberi del neo-platonismo dominante nella Firenze dove gli si forma artisticamente. Nella visone della concezione religiosa neo-platonica Dio è anche bellezza, Luce. E ci si avvicina ad esso anche tramite la creazione del bello. Anche per la conoscenza il neo-platonismo ammetteva che si poteva giungere ad un certo livello ma le verità fondamentali penetravano nel credente tramite un rapporto mistico con Dio. Occorre evitare confusione fra il Leonardo anti-clericale e anti-papalista e il Leonardo cristiano pur se combattuto fra la verità d’esperienza e la verità di fede.

Silvano Vinceti

Scritto da Giusy Ercole giornalista