*Il vino, la luce e l’ombra: Caravaggio e il simbolismo del calice*

Di Lisetta Simeis

Caravaggio non si limita a raccontare la realtà. Nei suoi dipinti, ogni oggetto, ogni gesto e ogni sguardo si caricano di significato, diventano parte di un dialogo tra luce e ombra che va oltre la tela. Il vino, spesso presente nelle sue opere, emerge come simbolo universale: non è solo una bevanda, ma un linguaggio. È celebrazione e sacrificio, piacere e caducità. Attraverso il suo calice, Caravaggio ci invita a riflettere sulle fragilità e sulle bellezze della condizione umana.

 

In _Bacco_ , ci troviamo di fronte a un giovane dai tratti delicati, con un calice di vino rosso che sembra invitarci in maniera disarmante e ambigua. È un gesto che richiama i piaceri della vita, ma che cela anche una consapevolezza profonda: la luce che accarezza il volto del dio è la stessa che rivela le prime sfumature della decadenza nell’uva sul tavolo. Il vino, simbolo del piacere sensuale e della comunione, diventa qui un riflesso della transitorietà della vita. Possiamo quasi immaginare il gusto del liquido rubino, un vino semplice e robusto come i Trebbiani dell’epoca, in grado di racchiudere il sapore della terra e del tempo.

La scena cambia nella _Cena in Emmaus_ , dove il calice guadagna una sacralità senza pari. È il simbolo della rivelazione, il perno attorno al quale ruota l’intero momento. La luce divina lo illumina, rendendolo il fulcro della scena, mentre l’ombra circostante protegge il mistero del miracolo. Qui, il vino non è solo un piacere terreno: è il sangue versato, il sacrificio, la promessa. È facile immaginare una tavola dell’epoca ricca di semplicità: pane spezzato, carni arrosto e un vino che unisce e riconcilia, robusto e intenso, forse un antenato del nostro Malvasia.

 

Ma la vera forza delle opere di Caravaggio è nel dialogo continuo tra luce e ombra, tra ciò che si vede e ciò che rimane nascosto. La luce svela il divino e dona vita agli oggetti quotidiani; l’ombra, invece, protegge il segreto, invita alla scoperta. È in questo gioco di contrasti che il vino emerge come simbolo eterno: il piacere di un attimo, ma anche la memoria di qualcosa di più grande. Un racconto universale che parla di connessione e di umanità.

Osservare un dipinto di Caravaggio significa immergersi in un’esperienza sensoriale e spirituale. Ogni calice e ogni riflesso ci invitano non solo a guardare, ma a riflettere, a vivere l’arte come un viaggio personale. E così, il vino, nella sua semplicità e nella sua potenza simbolica, diventa parte di quel viaggio: un ponte tra passato e presente, un sorso di eternità.

*Ars Scriven: L’Arte nel Calice *

*”L’Arte nel Calice”* è una rubrica che unisce il fascino eterno dell’arte e l’eleganza senza tempo del vino. Curata e scritta dalla sommelier *Lisetta De Simeis* , questa serie di appuntamenti invita i lettori a scoprire il rapporto tra arte, cultura e piacere sensoriale. Attraverso un mix di storie, simbolismo e dettagli affascinanti, la rubrica diventa un viaggio che attraversa epoche e luoghi, interpretando l’universo del vino con la stessa passione e intensità che gli artisti hanno dedicato alle loro opere.

 

Ogni articolo esplora temi come la luce e l’ombra, il simbolismo, e il potere evocativo dei calici nei capolavori della pittura. Con uno stile unico e avvolgente, Lisetta guida il lettore alla scoperta di un dialogo eterno tra arte e vino, dove ogni sorso e ogni pennellata raccontano un segreto.

 

 

*Chi è Lisetta De Simeis *

Lisetta De Simeis è una sommelier, scrittrice e narratrice capace di unire sensibilità artistica e cultura enologica in una narrazione autentica e coinvolgente. Figlia di influenze culturali diverse, porta nelle sue opere un mix di eleganza e pragmatismo, esplorando con profondità temi che intrecciano l’arte con il quotidiano.

 

La sua visione non si limita al bicchiere: per Lisetta, il vino è un linguaggio, un simbolo, una chiave per comprendere la bellezza della vita e la ricchezza della storia. Attraverso le sue parole e la sua ricerca, ogni lettore è invitato a scoprire il piacere della scoperta, a immergersi in un viaggio che celebra la cultura e il gusto.