“Il mio amico Massimo” – Il racconto di un mito – editoriale di Salvatore Zanni storico
In un’intervista di qualche anno fa, Alberto Angela dichiarò che sarebbe stato un errore definire Napoli semplicemente una città.
Per il divulgatore romano Napoli è una civiltà, un modo di pensare, di vivere ed io aggiungerei che è soprattutto un’emozione e si sa, le emozioni, belle o brutte che siano difficilmente vengono spazzate via dalla memoria di chi le vive.
Sicuramente sarebbe sbagliato definire napoletano esclusivamente chi vive in questa città, è napoletano chi la ama, chi la rispetta per quella che è, chi si fa cullare dalle sue braccia e sussulta ad ogni suo battito.
Alcuni personaggi legati a Napoli, con il tempo o improvvisamente, sono diventati importanti, celeberrimi e magicamente tra questi qualcuno diventa un “mito”.
Così lo è stato per Virgilio, sommo poeta, San Gennaro, Totò, Eduardo, Maradona (giusto per citarne qualcuno) e molti altri.
A questa lista non si può non aggiungere un altro nome, un ragazzo timido che con la sua garbata comicità e dolcezza, partendo da un piccolo paese di provincia è riuscito a conquistare Hollywood.
Ovviamente stiamo parlando di Massimo Troisi.
Nelle sale cinematografiche dal 15 al 21 dicembre è proiettato il docufilm diretto da Alessando Bencivenga “Il mio amico Massimo”, lavoro dedicato interamente all’attore napoletano che nel 2023 avrebbe compiuto 70 anni.
Filo conduttore del film è sicuramente la voce narrante di Lello Arena, amico con il quale Massimo ha iniziato questa unica esperienza artistica.
I due sono stati amici, colleghi di lavoro, ma per un lungo periodo anche artisti distanti, perché è questo ciò che accade ai gruppi che raggiungono un improvviso successo, necessariamente ed inevitabilmente scatta l’esigenza di proseguire da soli, perché spesso è da soli che si riesce a raccontare e a raccontarsi.
Massimo Troisi era definito “il comico dei sentimenti” ed in questo lavoro il regista e tutto il cast hanno cercato di tirar fuori le varie sfumature che compongono la vasta gamma di tutti quei sentimenti che l’attore ha condiviso in privato e con il suo pubblico.
Si è cercato di reperire materiale inedito mescolandolo a pezzi noti e di successo, ma per chi ha più o meno la mia stessa età ed è cresciuto guardando maniacalmente gli sketch de La Smorfia ed ha seguito con avidità e stupore tutti i film di Troisi da “Ricomincio da tre” sino a “Il Postino”, non trova in questo lavoro la novità, lo scoop, l’ inedito, ma ritrova sicuramente un momento di felice nostalgia e l’ occasione per rinnovare un sentimento di profondo affetto verso un uomo, un personaggio, un artista divenuto ormai un “mito”.
Sicuramente il lavoro di Bencivenga è utile per le nuove generazioni che hanno la possibilità di conoscere e la responsabilità di non dimenticare.
Questo è il link del trailer