Essere Donna, Il Corpo come strumento di creazione ed atto di ribellione
5.3-30.5.2025
Di Martina Neri
Milano, La storica Galleria Fumagalli di via Bonaventura Cavalieri 6, a Milano presenta la mostra curata da Maria Vittoria Baravelli ed Annamaria Maggi “Essere Donna. Il corpo come strumento di creazione ed atto di ribellione”. L’ispirazione del progetto è la vita di Oriana Fallaci e le sue parole.
“Essere donna è così affascinante. E un’avventura
che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai.
Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna.
Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se
Dio esistesse potrebbe essere una vecchia coi capelli
bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per
spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva
colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù
chiamata disubbidienza. Infine avrai da batterti per
dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è
un’intelligenza che deve essere ascoltata”
Oriana Fallaci in Lettera a un bambino mai nato (Rizzoli, Milano 1975)
Le curatrici Maria Vittoria Baravelli e la direttrice della galleria Annamaria Maggi, scelgono di esporre cinque artiste donne, che optano di esprimersi attraverso il loro corpo: Marina Abramovic, Sang A Han, Annette Messager, Shirin Neshat, Gina Pane.
Brutali, sensuali, donne che hanno lasciato un segno nella storia con la loro genialità e la loro visione del mondo, la loro ribellione verso i canoni comuni, e con il loro coraggio.
Il corpo della donna, simbolo nella storia ed oggetto conteso degli uomini, queste donne scelgono di ribaltare questa passività,utilizzando il loro di corpo come mezzo di espressione forte e riprendersi il significato di donna. Un capitolo forte della storia dell’arte è il tema dell’emancipazione femminile anche per quanto riguarda la performance, artiste di vari paesi mettono all’estremo il concetto del corpo negli anni 70’, Marina Abramovic e Gina Pane in quei anni sono molto pungenti, Marina con Rhythm -1974,Napoli-, segna un capitolo importante sia per la sua carriera che per la storia dell’arte facendosi oggetto dello spettatore, corpo pubblico. Gina Pane, l’artista francese che con l’autolesionismo shocca nel 1972, nel suo appartamento vestita di bianco, a ricordare la sposa e la vergine, con un gruppo di amici e con una lama da rasoio inizia a ferirsi il corpo (Le lait chaud,1972).
Oriana Fallaci in Italia rappresenta la figura della donna forte, scrittrice, prima reporter di guerra, star che incarna a perfezione l’ideale di una donna emancipata, con le sue parole “Essere donna è un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai”, delinea il percorso espositivo, senza toccarlo ma accompagnandolo.
Le altre artiste, non di meno rilievo, sperimentano in maniera meno cruenta ma sono altrettanto concettuali, usano le foto e la scultura.
L’esposizione della Galleria Fumagalli presenterà le seguenti artiste ed opere:
“Thomas Lips” (1975-2002) il corpo come uno spazio su cui sperimentare brutalmente, in cui Marina Abramovic incide su se stessa una stella a cinque punte, un pentacolo con un rasoio, ed alla fine il pubblico che la porterà all’ospedale. Ancora l’autolesionismo di Gina Pane con “Cicatrice de l’action” (1974-1975), opera di autolesionismo, in cui l’artista sul suo corpo il suo corpo in segno di introspezione e spiritualità. Spiritualità ripresa anche da Sang A Han (Corea del Sud,1987) corpo fiabesco e sensuale di una donna madre, capace di realizzare la vita.
Annette Messager con le fotografie di vari parti del corpo, “Mes Voeux”, le associa insieme e ne crea un effetto che suggerisce più identità fisiche e psicologiche, e anche sessuali.
Shirin Neshat, nata in Iran nel 1957, con “Women of Allah” narra la condizione della donna iraniana dopo la rivoluzione islamica, l’autoritratto di una creatura delicata ed allo stesso tempo forzatamente combattente. sono presenti infatti dei fucili.
Come conclusione dell’esposizione rimane il corpo che tutte usano come mezzo di espressione nella vita e nell’arte.
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