Milano – NAN GOLDIN- The Will Not End Well

Visitabile fino al 15 febbraio 

Milano, 

Pirelli Hangar Bicocca

 

Di Martina Neri 

 

L’artista Nan Goldin nata a Washington nel 1953, è tra le voci femminili più conosciute dei nostri tempi. Formatasi alla School of the Museum of Fine Arts dove conoscerà David Armstrong e con cui collaborò per anni facendolo anche soggetto delle sue foto, ed avrà un lungo rapporto di lavoro.

Con David Armstrong frequenterà locali gay e club, ritrarrà i travestiti nelle sue fotografie. Le sue fotografie verranno proiettate nei locali che frequenta, in spazi espositivi e poi musei. Ad ogni presentazione aggiornava e rielabora le sue diapositive, utilizzava più proiettori sullo sfondo di una colonna sonora.

Ricordiamo The Ballad of Sexual Dependency una tra le prime opere ad aver avuto successo, che mostra diverse volte con proiezioni multiple, piccole variazioni e sottofondo musicale . Con il tempo quest’opera si trasformerà in libro e le foto diverranno spesso più violente ed il pubblico si amplierà. L’artista osserva e ritrae i personaggi, non li giudica.

L’artista dopo una dipendenza da droghe, prenderà l’impegno di curare una mostra sull’AIDS che aveva colpito molti della sua generazione, anche amici, a New York.

La raccolta di opere create negli ultimi 40 anni si arricchisce di diapositive, slideshow (proiezioni di diapositive, ritratti di amici ed eventi familiari drammatici.

La storia della tossicodipendenza e della morte della sorella sono due punti chiave della sua vita e delle sue opere.

 

La mostra intitolata “The Will Not End Well” ovvero “Non finirà bene” diversamente alle altre esposizioni sull’artista, mostra una panoramica completa del lavoro dell’artista come filmaker.

The Ballad of Sexual Dependency (1981-2022), l’opera maggiore di Nan Goldin, The Other Side (1992-2021) ritratto storico degli amici transghedder, Sisters, Saints and Sibyls (2004-22), viaggio in mezzo ai bambini, Sirens (2019-20), trip tra l’estasi della droga, Memory Lost (2019-21), viaggio tra l’astinenza delle droghe. Queste opere sono esposte in appositi padiglioni progettati dall’architetta Hala Ward creati in relazione

ad ogni opera.